Si trova a 535 m sul livello del mare, il Lago del Salto è un grande bacino
artificiale costruito nel 1940 con la chiusura del fiume Salto, che nasce sui
monti della Marsica e confluisce nel Velino presso Rieti.
Il lago, lungo 10 chilometri e largo 1, occupa l'ampia vallata del Cicolano,
disseminata di antichi paesi e di piccoli borghi rinchiusi sulle alture.
Altri paesi sorgevano nell'area oggi occupata dalle acque: Tiglieto, Borgo
San Pietro, Sant'Ippolito e Fiumata, riedificati sulla riva del lago ed
oggi divenuti ottimi luoghi turistici.
La Cappella del Monastero delle Clarisse di Borgo San Pietro,
risalente al XIII sec., venne salvata dalle acque: fu smontata e rimontata
presso la nuova chiesa del paese, ricostruendo anche gli antichi affreschi
rinascimentali.
*Il Lago del Salto è molto complesso, con fiordi e insenature che entrano nelle
valli scavate da torrenti nelle tenere rocce.
I due versanti del lago sono nitidamente differenziati. Su quello di destra,
esposto a Sud-Ovest, si concentrano i paesi e i campi coltivati. Il versante di
sinistra, scoperto a Nord-Est, è più solitario e ricoperto da boschi.
In posizione elevata spuntano borghi come Fiamignano e Petrella
Salto.
Petrella Salto, centro famoso di villeggiatura dall'aspetto medievale,
è dominata dai ruderi del castello nel quale, nel 1698, fu ucciso Francesco
Cenci. . E' collegato tramite una galleria sotterranea di quasi nove
chilometri ad un altro bacino: il lago del Turano. Il lago del Salto è molto
articolato, con insenature e fiordi che penetrano nelle valli scavate dai
torrenti. I due versanti del Salto sono nettamente differenziati; mentre in
quello di destra, esposto a sud-ovest, ci sono paesi e campi coltivati, sul
versante di sinistra, esposto a nord-est, la strada che costeggia il lago,
scorre ininterrottamente tra borghi di querce e
castagneti.
Il bacino è ricco di fauna ittica: carpa, tinca, barbo, cavedano, alborella,
coregone, gambero, pesce siluro, persico e trota. Nell' area oggi occupata dalle
acque sorgevano i paesi di Sant' Ippolito, Fiumata, Teglieto e Borgo San Pietro,
completamente ricostruiti e divenuti piccoli centri turistici.
Le vecchie mura degli antichi borghi, che emergono spesso dalle acque, sono
divenute ottime postazioni per
carpfishing , la tecnica di
pesca da fondo oggi più diffusa.
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Alla foce del lago, nelle vicinanze di Sant' Ippolito, si trovano immense
praterie interrotte dal vecchio letto del fiume, mentre proseguendo verso la
diga i fondali diventano più profondi ed irregolari. E' qui, nella gola di
Campolano, nella gola di Marcetelli, nella zona di Varco Sabino, di Cerreta,
della Moletta o Ponte Lungo e della diga che si pescano carpe al di sopra dei
venti chili di peso. Oggi, grazie alla grande diffusione di questo sport, il
numero di pescatori è aumentato cosi, anche i più grandi carpisti europei, si
trasferiscono per settimane in queste splendide acque. Armati di attrezzature
all' avanguardia, trascorrono notti intere nelle loro tende che possono essere
montate sulle rive del Comune di Petrella Salto, dove il carpfishing è
giustamente inteso come pesca sportiva. Le vigenti norme consentono di pescare
con un massimo di tre canne; si possono usare natanti, anche con motore a
scoppio, fino ad un massimo di 4HP.
Nel periodo che va dal 15 maggio al 30 giugno, le carpe si avvicinano alle rive,
occupando i bassi fondali, dove la temperatura dell'acqua è più alta. qui tra i
18 e 20 gradi avviene la riproduzione. Per questa ragione, la pesca alla carpa
resta chiusa, tuttavia non si incontrano problemi se dopo una cattura si
eseguono le foto di rito e si restituisce subito in libertà il pesce.
In primavera, lazona migliore per catturare è quella di Sant'Ippolito, ma anche
le altre insenature, con fondali compresi tra uno e sei metri di altezza sono
favorevoli. In estate, dopo la deposizione delle uova, l'aumento della
temperatura dell' acqua spinge le carpe a spostarsi in acque più profonde.
Il luog più indicato, in questo caso, diventa il tratto di lago che si estende
da Borgo San Pietro alla diga, e la gola di Marcetelli.
L'autunno risulta essere il periodo migliore dell' anno per la pesca alla carpa,
poichè l'animale si muove molto, sempre alla ricerca di cibo per accumulare quei
grassi che saranno indispensabili per superare l'inverno, inoltre, in questo
periodo, l livello delle acque scende ulteriormente, riducendo di gran lunga il
cibo naturale. Con l'arrivo dell' inverno e il conseguente abbassamento delle
temperatura, la carpa diventa stanziale, per il rallentamento del fabbisogno
alimentare. Questo cambiamento suggerisce al pescatore di ridurre la quantità di
esche da gettare in acqua e di individuare gli ostacoli sommersi, vicino ai
quali i branchi di pesce si raggruppano e da cui difficilmente si allontanano.
Le aree favorevoli in questo periodo sono le insenature che offrono riparo dai
venti, ma anche i luoghi consigliati per il periodo primaverile.
Negli anni 70' è stato introdotto nei nostri laghi l'Amur, un pesce originario
dei grandi fiumi cinesi, che prende il nome proprio da uno di essi: il fiume
Amur. Questo tipo di carpa, che nei primi anni di vita può raggiungere punti di
crescita anche di 2-3 chilogrammi l'anno, si è subito ambientato al lago del
Salto. Il suo adattamento non riguarda però il ciclo riproduttivo, in quanto le
nostre acque non raggiungono le temperature elevate necessarie per la
riproduzione, e quindi l sua presenza è legata alle immissioni effettuate dall'
uomo. In Italia esiste un centro ittiogenico sul Trasimeno che ne effettua la
riproduzione. E' anche chiamata la carpa erbivora, perchè si nutre
prevalentemente di vegetali quali alghe, piante acquatiche e canne palustri. Per
la pesca degli AMur non è prevista nessuna chiusura poichè non esiste un periodo
riproduttivo.
*Testo: Sandro Di Cesare
A circa 1 km da S. Lucia di Fiamignano un cartello stradale indica la
direzione dell’Aquila.
Percorrere questa strada è la maniera più confortevole per arrivare l’altopiano
del Rascino dove, a 1138 mt. di quota, si trova un piccolo lago famoso nella
zona per la sua pescosità e fino a qualche secolo fa, si trovava
l’insediamento della Pieve di S. Maria, oggi abbandonato,si
possono osservare solo i ruderi .In mezzo alla natura è possibile ammirare, oltre alle rovine della già citata
Pieve di S. Maria, i ruderi del castello del Rascino, dove
lo sguardo può smarirsi in una terra affascinante, ricca di cultura e
natura, piena di luoghi suggestivi dove sembra di stare in un’altra dimensione.
L'altro bacino presente nel Cicolano,
dove si pratica la pesca sportiva, è quello di Rascino.
Situato sull' omonimo altipiano, il lago si trova a 1138 metri sul livello del
mare, con un'estensione di 0,2 Kmq e una profondità media tre-quattro metri. Il
lago, non vaendo sorgenti ne immissari che vi confluiscono, utilizza
esclusivamente le acque di raccolta niveo pluviale dei monti circostanti.
Caratterizzato da una forma molto irregolare, quasi a ricordare i tentacoli di
un polipo, con il bacino principale che ne identifica la testa, ha una
vegetazione riparia costituita essenzialmente da canna palustre. Le sue sponde ,
facilmente accessibili, sono incorniciate da prati verdi che regalano uno
scenario mozzafiato. La fauna ittica presente, è costituita essenzialmente da
"carpe specchi" e "cuoio", anche se non mancano splendide "regina". Molto
frequenti sono le catture di enormi "lucci papera", per la felicità di chi
pratica spinning
; per chi invece preferisce dilettarsi nel
ledgering, ritroviamo in
grandi quantità anche tinche di buon taglia e persici rali.
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